Tra le paure più diffuse? Parlare in pubblico ovvero il Public Speaking
Parlare in pubblico è un’abilità indispensabile, ma l’ansia da prestazione può fare veramente brutti scherzi!
Volete far arrivare il vostro messaggio? Persuadere gli altri? Vediamo insieme alcuni semplici spunti applicabili in varie situazioni: presentazioni di lavoro, riunioni aziendali oppure discorsi di fronte ad ampie platee.
Per parlare in pubblico non occorre sviluppare nuovi aspetti della nostra personalità, ma rimuovere gli ostacoli che ci rendono poco naturali.
1. Gestire la nostra ansia
La paura di parlare in pubblico è una delle ansie sociali più diffuse ed affligge anche chi è solitamente disinvolto in altri contesti.
Può essere anche costruttiva, a condizione che sia gestita… non rimossa. E’ spesso un buon metodo “rivelare lo scomodo segreto” comunicando la propria emozione di fronte ad una certa platea. L’oratore è vulnerabile soprattutto in apertura, quando l’attenzione dei presenti è più rivolta alla persona e non ai contenuti della presentazione.
Lo stress tossico dura circa 60/90 secondi poi ridiventa tonico, funzionale: ci tiene “svegli”, ci fa percepire la platea od il gruppo, ci mantiene attivi e recettivi.
Utilizziamo quindi l’energia nervosa per comunicare in maniera più energetica e prepariamo con particolare cura proprio l’apertura del discorso.
2. Organizzare la comunicaione
Il primo passo per comunicare efficacemente è quello di conoscere il profilo dei propri interlocutori, allo scopo di stimolarne l’interesse e rispettarne i bisogni. E’ necessario capire ciò che è più importante per loro.
Le domande critiche a riguardo potrebbero essere:
- Che cosa sanno di questo argomento?
- Quali temi sono importanti e quali no?
- Qual’è il loro obiettivo? Cosa serve loro?
3. Sintesi.
Provate a farvi questa domanda: “Se tutti avessero dormito durante la mia presentazione, cosa dovrei dire in un solo minuto per persuaderli della bontà della mia proposta?”
4. La comunicazione non verbale
Essere un buon comunicatore in pubblico significa avere una buona consapevolezza anche dei segnali non verbali che si trasmettono. Prestate attenzione quindi alla postura, all’uso dei gesti, al contatto visivo con il pubblico ed all’uso dello spazio che avete a disposizione. Sulla comunicazione non verbale è stato scritto tantissimo: partite magari da questa pagina di Wikipedia per un ulteriore approfondimento.
5. Rallentare
Volete farla finita il più rapidamente possibile!? Il parlare rapidamente può essere un segnale di scarico di stress e trasmettere ansia a chi vi ascolta. Prendete invece tempo per consegnare i messaggi lentamente, fate pause di enfasi dopo informazioni impornati o punti chivae.
Rallentare la velocità delle vostre parole facilita la comprensione e la memorizzazione.
6. I supporti visivi
La possibilità di trasmettere un messaggio in forma visiva, a integrazione della sola forma verbale, significa migliorarne l’efficacia da due a tre volte. Attenzione però alla “morte per Power Point”: non lasciate che le vostre slide diventino il principale punto di messa a fuoco; una presentazione di Power Point dovrebbe aggiungere valore al messaggio piuttosto che agire come “una stampella” per l’oratore. Ho trattato di questo argomento anche in un altro post.
Il parlare in pubblico è un’abilità che non ci viene insegnata a scuola (come invece accade in altri paesi), ma come tutte le abilità può essere affinata attraverso uno studio ed una pratica consapevoli. Cercate quindi tutte le occasioni possibili per provare la vostra abilità: partite magari da situazioni più sotto il vostro controllo per poi aumentare gradualmente la sfida.
Altre risorse per appronfondire.
- Un libro da cui partire potrebbe essere “Parlare in pubblico” di Cesare Sansavini, lo trovate qui su Amazon.
- Verificate la possibilità di fare corsi sull’argomento su questa pagina.
- Perchè non provare infine con un corso di teatro? Per me ha fatto miracoli! 🙂
E voi come ve la cavate quando parlate in pubblico? Qual’è secondo voi la caratteristica più importante per essere efficaci?