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Il coaching e la autodeterminazione

Vi sono numerosissimi approcci al tema della felicità, uno degli argomenti più dibattuti di tutti i tempi. Come Coach vi propongo l’approccio di Deci e Ryan con la loro Teoria della Autodeterminazione (1985).

L’essere umano è visto come un organismo attivo che tende a realizzare le proprie capacità e a sviluppare  armonicamente i vari aspetti della sua personalità.

Secondo Deci e Ryan l’uomo deve soddisfare 3 aree  di sviluppo per essere felice. Queste 3 aree non sono compensabili a vicenda: troppo facile buttarsi nel lavoro per coprire carenze ad esempio in campo relazionale.

1. La competenza: sentirsi efficace nelle interazioni con l’ambiente e nell’esercitare ed esprimere le proprie capacità; è il bisogno di esploare l’ambiente, di armonizzare con esso, di modificarlo o di trovare risorse. Si pensi all’uomo primitivo che costruisce un utensile, o al bambino che costruisce un castello sulla spiaggia: sono tutte attività che danno soddisfazione in sè e che generano piacere.
Oggi trova la massima espressione nel lavoro, nello studio, nel tempo libero (hobby o sport): riguarda la possibilità di esprimersi nella attività che abbiamo scelto.
E’ l’attività del FARE: l’attività finalizzata ad un prodotto, alla crescita o allo sviluppo professionale.
Le domande a cui rispondere:
Quale attività in assoluto ti gratifica di più?
Quanto tempo dedichi per perseguirla?
Cosa non stai facendo per perseguirla?

2. L’autonomia: sentirsi in grado di compiere delle scelte, di impegnarsi in attività che nascono dalla propria volontà e non sono causate o imposte dalla volontà altrui.
Sono le scelte fatte in armonia con la propria identità: l’individuo è soggetto a pressioni, spinte, proposte, ma sa valutarle e rifiutarle quando non sono coerenti con sè stesso.
E’ l’affermazione di noi stessi: principi, valori, opinioni anche contro gli altri. E’ il sentirsi il più possibile autentici in tutte le nostre interazioni con l’ambiente. Questa area non significa vivere in maniera isolata, è piuttosto coopeare o confliggere con gli altri a seconda di nostre autonome scelte.
E’ la felicità dell’ESSERE: integro, auto-governato, spontaneo.
Le domande:
In quali situazioni hai sentito di decidere in maniera coerente con te stesso, nonostante i pareri contrari degli altri ?
In quale situazione hai sentito invece di non agire in maniera coerente con la tua identità?

3. La relazionalità: sentirsi integrati con gli altri, sentirsi appartenenti a un gruppo o una comunità, star bene con gli altri. E’ il bisogno di socialità, di costruire reti, di condividere. E’ il terreno dove si provano emozioni sociali quali l’amore, l’amicizia, la collaborazione, ma anche la rabbia, l’odio. Senza l’aiuto, il confronto, lo stimolo degli altri non possiamo raggiugere i nostri obiettivi.
L’integrazione con l’ambiente (Area della Competenza) avviene anche attraverso le relazioni con gli altri, pensiamo per esempio ad un’azienda dove viviamo a contatto con colleghi e clienti.Il trascurare la sfera delle relazioni per gettarsi nel levoro spesso genera squilibri che tendono paradossalmente a riflettersi negativamente sul lavoro stesso. E’ la felicità di costruire legami affettivi. Le domande:                                                                                                                                                                                                                                       Come puoi migliorare la relazione con gli amici/la famiglia/la tua /il tuo partner? Quali alleati puoi trovare sul lavoro per raggiungere i tuoi obiettivi?

Author:

For over 15 years I have been supporting HR Managers and entrepreneurs in designing and implementing training courses that integrate training, facilitation and consultancy in order to create awareness, internal culture and more satisfied organizations.

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Paolo Vallicelli.

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